Sacra rappresentazione per coro, soli e piccolo ensemble strumentale
Basilica di San Giovanni Evangelista |
On demand dal 1 ottobre
Rut Raccolti di speranza
Sacra rappresentazione per coro, soli e piccolo ensemble strumentale
musica Marianna Acito testo Francesca Masi direttore Mattia Dattolo
Laura Zecchini soprano Daniela Pini mezzosoprano Angelo Testori tenore
Ensemble La Corelli Gruppo Vocale Heinrich Schütz maestro del coro Roberto Bonato
costumi Manuela Monti
commissione Ravenna Festival in occasione del Giubileo della speranza 2025 in coproduzione con Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, Pergolesi Spontini Festival di Jesi in collaborazione con il Teatro Alighieri
Come i quattro movimenti di una sinfonia, i quattro capitoli del libro di Rut ci introducono in tanti “miracoli”, in un crescendo irresistibile e quasi romanzesco: dalla sventura alla grazia, da morte a nuova vita, dalla tristezza alla gioia. Con estrema delicatezza, battono il ritmo della salvezza che è sollecitudine silenziosa, cura, predilezione, integrazione, accompagnamento e amore. Attraverso la storia di Noemi e Rut, storia di donne antiche e incredibilmente contemporanee, si dipana una scrittura di parole e musica che va al cuore della narrazione biblica: la speranza nella sua accezione radicale tra gesti quotidiani e mutamenti delle sorti dell’umanità.
L’agire divino è presente nell’agire degli uomini e delle donne che si impegnano gli uni per gli altri, in una grande e comune risorsa: la fragilità.
Spiacenti, al momento questo video non è disponibile.
Presentazione programma 2025
XXXVI edizione
Teatro Alighieri |
08 marzo 2025 | ore 11:00
Nabucco
Trilogia d'Autunno: una trilogia secondo Riccardo Muti
Teatro Alighieri |
17 dicembre 2023 | ore
Nabucco
musica di Giuseppe Verdi
dramma lirico in quattro parti
libretto di Temistocle Solera
dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu
e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi (Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842)
Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
revisione critica a cura di Roger Parker
in forma semi-scenica
Nabucco Serban Vasile Ismaele Riccardo Rados Zaccaria Evgeny Stavinsky Abigaille Lidia Fridman Fenena Francesca Di Sauro Il Gran Sacerdote di Belo Adriano Gramigni Abdallo Giacomo Leone Anna Vittoria Magnarello
direttore Riccardo Muti
visual artist Svccy visual programmer Davide Broccoli light designer Eva Bruno
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati maestro di sala Davide Cavalli
Cambiare, rinnovarsi, sperimentare: sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo. È questo che fin dall’inizio ha caratterizzato l’appendice autunnale di Ravenna Festival: dalle produzioni pensate come scatole sceniche in grado di mutare sera dopo sera, alla commistione tra i linguaggi, e le epoche, più diversi, danza e poesia, teatro e musica, tecnologia virtuale e fondali onirici. E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Trilogia d'Autunno: una trilogia secondo Riccardo Muti
Teatro Alighieri |
16 dicembre 2023 | ore
Norma
musica di Vincenzo Bellini
tragedia lirica in due atti di Felice Romani tratto da Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet (Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1831)
Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
revisione critica a cura di H.C. Robbins Landon e G. von Noé
in forma semi-scenica
Pollione Klodjan Kaçani Oroveso Vittorio De Campo Norma Monica Conesa Adalgisa Eugénie Joneau* Clotilde Vittoria Magnarello Flavio Riccardo Rados
direttore Riccardo Muti
visual artist Svccy visual programmer Davide Broccoli light designer Eva Bruno
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati maestro di sala Davide Cavalli
Cambiare, rinnovarsi, sperimentare: sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo. È questo che fin dall’inizio ha caratterizzato l’appendice autunnale di Ravenna Festival: dalle produzioni pensate come scatole sceniche in grado di mutare sera dopo sera, alla commistione tra i linguaggi, e le epoche, più diversi, danza e poesia, teatro e musica, tecnologia virtuale e fondali onirici. E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Basilica di San Giovanni Evangelista |
Dal 7 luglio
Dilexi Storia di Galla Placidia in sette quadri
Sacra rappresentazione per soprano, baritono, coro ed ensemble
testoFrancesca Masi musicaDanilo Comitini
Laura Zecchini soprano Gianandrea Navacchia baritono
Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna Agnese Contadini arpa Raffaele Damenfisarmonica
direttoreAntonio Greco
commissione Ravenna Festival
Nata nel mondo antico e morta nel Medioevo, Galla Placidia viene evocata attraverso sette episodi, sette cuori pensanti, sette città diverse: Milano, dove assiste al rito funebre del padre Teodosio celebrato da Ambrogio; e poi Roma, Barcellona, Ravenna, Costantinopoli, per poi ritornare a Ravenna dove si nutre delle parole di Pietro Crisologo, e infine ancora Roma, dove termina la sua vita pellegrina presso Leone Magno, stretta al corpo del piccolo figlio. È dall’ultima parola di Teodosio padre, Dilexi, che prende inizio la storia. Mentre i sette quadri, separati dal silenzio, nascono dalla voce del coro cui sono affidate le sette ultime parole di Cristo sulla croce. Simbolicamente, nello spazio di San Giovanni Evangelista, edificata proprio da Galla quale voto dopo il naufragio nel ritorno da Costantinopoli.
Una iniziativa di Ravenna Festival per e nei territori alluvionati
Palazzo della Provincia Forlì-Cesena |
12 marzo 2024 | ore 12:00
Presentazione programma 2024
XXXV edizione
Teatro Alighieri |
24 febbraio 2024 | ore 11:00
Stabant Matres
Parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale
Basilica di San Vitale |
Dal 16 luglio al 31 dicembre
Stabant Matres
parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale
musica di Paolo Marzocchi testo di Guido Barbieri
Maria Valentina Coladonato soprano Tamar Manuela Rasori soprano* Rahab Simona Mastropasqua mezzosoprano* Betsabea Clara La Licata soprano* Rut Benedetta Gaggioli soprano*
Attrici della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”
direttore Paolo Marzocchi
Coro Ecce Novum maestro del coro Silvia Biasini LaCorelli Ensemble
*voci femminili dal Master in canto “Musica Vocale e Teatro Musicale del ’900 e contemporaneo” del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna commissione Ravenna Festival prima assoluta
Lungo la genealogia di Gesù, con cui si apre il Vangelo di Matteo, nella linea che lo riconduce a Davide, ci sono quattro donne: Tamar, sposa di Giuda; Rahab, moglie di Salmon, che genera Booz; Rut, sposa di Booz e madre di Obed, padre di Iesse che infine genera re Davide; e Betsabea che con questi genera Salomone. Alle antenate che mai hanno visto il Salvatore si aggiunge poi Maria. Con una produzione del tutto originale e nell’intreccio di canto, recitazione e musica, si evocano queste antiche madri, che non appartengono al popolo di Israele e, tranne Betsabea, arrivano dagli strati più umili della società – assumendo talvolta pure i panni di prostitute. Gli esegeti biblici non hanno dubbi: Cristo è figlio del “popolo eletto”, ma per discendenza matrilineare rappresenta tutta l’umanità, senza distinzione di censo, di appartenenza e di identità.
Presentazione programma 2023
XXXIV edizione
Teatro Alighieri |
04 marzo 2023 | ore 11:00
Faust rapsodia
Dal ciel sino all’inferno
Teatro Alighieri |
03 ottobre 2021 | ore 20:00
Trilogia d’autunno: la Danza, la Musica, la Parola Faust rapsodia Dal ciel sino all’inferno
scene dalla tragedia di Johann Wolfgang Goethe (Faust I und II) musica di Robert Schumann (Szenen aus Goethes Faust, selezione dall’opera) traduzione italiana di
Andrea Maffei (1869) scene recitate
Vittorio Radicati (1895) scene cantate
elaborazione drammaturgica e regia Luca Micheletti maestro concertatore e direttore Antonio Greco scene, sculture e video Ezio Antonelli light designer Fabrizio Ballini costumi Anna Biagiotti
e con Michele Arcidiacono, Sofia Barilli, Davide Cavalli, Erica Cortese, Martina Cicognani,
Francesca De Lorenzi, Mariapaola Di Carlo, Francesco Errico, Veronica Franzosi, Matteo Ippolito, Franco Magnone,
Valentina Mandruzzato, Ciro Masella, Giorgia Massaro, Luca Massaroli, Ivan Merlo, Jacopo Monaldi Pagliari,
Giuseppe Palasciano, Danilo Rubertà, Angelo Sugamosto, Lorenzo Tassiello,
Yulia Tkachenko, Andrea Triaca, Maria Luisa Zaltron
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro Luigi Cherubini
in collaborazione con il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” di Ancona nuova produzione di Ravenna Festival
Come Dante, tra i più grandi esploratori dei confini del mondo e dell’umano è Faust, che protagonista di una leggenda tardomedievale trova nella penna di Goethe un profilo universale, dantesco si direbbe, nella dimensione del viaggio che compie dal male incontrato nel suo fatale e diabolico compagno fino alla redenzione per il tramite di una donna amata. È questa una “rapsodia” inedita e visionaria, che rispecchia la vocazione frammentaria delle opere originali: una ragionata scelta di numeri dall’incompiuto oratorio profano di Schumann fatti dialogare con alcuni quadri del poema goethiano – entrambi in traduzioni italiane ottocentesche, rispettivamente di Vittorio Radicati e di Andrea Maffei. Assecondando il monito di Goethe a pensare il teatro come l’unico luogo al mondo in cui sia possibile attraversare l’universo “con prudente velocità… dal Ciel sino all’Inferno”.