L’Amfiparnaso di Orazio Vecchi Comedia harmonica per coro a 5 voci miste e attori (revisione di Sergio Balestracci)
La Stagione Armonica direttore Sergio Balestracci regia Alessandro Bressanello
Alessia Donadio, Alessandro Bressanelloattori Carlo Rossicembalo Silvia De Rossoviola da gamba Sergio Balestracciflauto
Riuscire a virare l’espressività del madrigale polifonico verso il comico, caricandolo di una teatralità popolare inedita nella pratica del canto a libro rinascimentale non è impresa da tutti. Tra i pochi che hanno saputo farlo è Orazio Vecchi, maestro di cappella nel duomo di Modena tra Cinque e Seicento. I suoi modelli letterari, infatti, non furono i poeti in voga all’epoca (Tasso, Guarini, Petrarca), bensì poeti dialettali come Giulio Cesare Croce, autore delle avventure di Bertoldo. Nella “comedia harmonica” L’Amfiparnaso, intervengono così il vecchio Pantalone, avaro e balbuziente, il suo servo Predolino, la classica coppia di innamorati e il pedante Graziano: in un teatro che si nutre di continue allusioni, mentre la musica asseconda la libera commistione di suono, canto, recitazione, danza e mimo. Non a caso, vera specialità dei Comici dell’arte.
Milano Marittima, Rotonda Primo Maggio |
06 giugno 2024 | ore 21:30
Il Trebbo in musica 2.4 Incontro con Pupi Avati su musica, film e vita
Quartetto Jazz
Teo Ciavarella pianoforte Checco Coniglio trombone Alfredo Ferrario clarinetto
Francesco Angiuli contrabbasso
prima assoluta
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Quello di Pupi Avati è un cinema che si è nutrito di luoghi familiari, umori novecenteschi, sentimenti veri e mai urlati, timidezze castranti e orrori inattesi, in perfetto equilibrio tra rassicurazioni e imprevisti; un cinema che alla musica ha sempre riservato un ruolo importante. Anche perché fu il jazz la prima musa del maestro bolognese, la cui filmografia annovera titoli come Jazz Band, Dancing Paradise e Bix, probatori di una passione che lo portò a incrociare la strada di un talento straordinario come quello di Lucio Dalla. Del resto, la carriera di Pupi Avati è fatta anche di collaborazioni di lungo corso proprio con musicisti e compositori come HenghelGualdi, Amedeo Tommasi e Riz Ortolani, a loro volta protagonisti di stagioni cruciali della musica italiana.
Milano Marittima, Arena dello Stadio dei Pini |
13 giugno 2024 | ore 21:30
Il Trebbo in musica 2.4
Omaggio a Giacomo Puccini per i cento anni dalla morte (1924–2024) Laura Morante inPrime donne
Le figure femminili nell’opera di Giacomo Puccini
testo a cura di Laura Morante musiche di Giacomo Puccini ideazione a cura di Elena Marazzita
Laura Morantevoce recitante
Francesca De Blasi soprano
Davide Alogna violino
Antonello d’Onofrio pianoforte
AidaStudio Produzioni
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Donne sensibili e sensuali, forti e vitali, spesso inesorabilmente votate al sacrificio di sé. Dal catalogo operistico di Giacomo Puccini emerge una sorta di caleidoscopio femminile: in ogni titolo la personalità di una diversa protagonista si dipana attraverso il destino cui maestro e librettisti l’affidano. Storie straordinarie che rivivono nella narrazione di un’attrice di talento come Laura Morante: Tosca, affascinante, altera e gelosa, capace di punire con un gesto estremo chi vorrebbe violare la sua dignità; Turandot, misteriosa e prigioniera di sé stessa, si nega alle gioie dell’amore; Manon, dilaniata tra opposti sentimenti, dalla gioia più contagiosa alla più oscura vulnerabilità; e ancora la fragile Butterfly, vittima di un sogno irrealizzabile. A esaltarne il carattere, ovviamente, la musica di Puccini.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
24 maggio 2024 | ore 21:30
Franz Joseph Haydn La Creazione Die Schöpfung
Oratorio per soli, coro e orchestra Hob:XXI:2
direttoreOttavio Dantone
Charlotte Bowden soprano Martin Vanbergtenore Andre Morsch basso
Accademia Bizantina
Philharmonia Chor Wien direttoreWalter Zeh
Quando Haydn, libero dall’obbligo di residenza presso la famiglia Esterházy, seppur non più giovane accetta l’invito dell’impresario Salomon a Londra, “scopre” il successo lì riscosso dagli oratori di Händel. Di ritorno a Vienna, porta con sé un libretto ispirato alla Genesi e a Paradise lost di Milton, che, tradotto in tedesco da Gottfried van Swieten, diviene la base del suo oratorio più celebre. L’idea della creazione del mondo si sviluppa nel processo di elaborazione formale, sin dalla celebre Ouverture, La rappresentazione del caos, ma quando l’arcangelo Raffaele inizia a narrare la Genesi, il coro annuncia la luce e un improvviso accordo di do maggiore libera il processo creativo annunciando la vita. Quale miglior sodalizio – Accademia Bizantina con il Coro viennese – per restituirne la raffinata ricchezza?
Di lì a qualche anno sarebbe diventato uno dei più grandi operisti del Settecento: concorrente di Händel a Londra e maestro dei grandi castrati Farinelli e Caffarelli, come pure di Haydn a Vienna, prima di morire in povertà nella sua Napoli. E proprio per la città partenopea il giovanissimo Porpora compose questo oratorio dedicandolo alla Passione di Gesù Cristo: già vi si riconoscono la padronanza della tecnica contrappuntistica e la sensibilità per il virtuosismo vocale dell’incipiente maturità. La Madonna, Giovanni e la Maddalena assistono al Calvario di Cristo insieme a Divina Giustizia: non basta la fiducia granitica di quest’ultima a lenire le sofferenze della Vergine che a malapena riesce a non abbandonarsi alla disperazione, rivelando quel misto di umanità e teatralità che ci si aspetta da ogni grande compianto.
Chiostro del Museo Nazionale |
12 luglio 2023 | ore 19:30
Nel centenario della nascita di Giovanni Testori (1923-1993) Sandro Lombardi legge Testori
Mater Strangosciàs, ore 19.30
Gli angeli dello sterminio, ore 21.30 con la partecipazione di Francesca Ciocchetti
È agitata da una «strana dolcezza», per dirla con Walter Siti, la fiumana di parole esangui, dialettali, straziate, sibilanti e necessarie che l’ultimo Testori sembra aver voluto consegnare non soltanto alla posterità, ma proprio a Sandro Lombardi, che alla penna densa e sfaccettata del genio milanese deve le affermazioni forse più perentorie della sua lunga carriera. Attore di rara intensità, Lombardi non edulcora le asperità letterarie ed è solito scavare nei pertugi emotivi, là dove quasi tutti temono di addentrarsi. A vent’anni dall’ultima volta, ritorna a Testori, il testimone della fine, cantore dell’apocalisse milanese e devoto alla Madonna “strangosciata”, per intonare un «inno d’amore sfrenato alla vita» rivolto alle anime che hanno conosciuto il tormento.
Parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale
Basilica di San Vitale |
Dal 16 luglio al 31 dicembre
Stabant Matres
parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale
musica di Paolo Marzocchi testo di Guido Barbieri
Maria Valentina Coladonato soprano Tamar Manuela Rasori soprano* Rahab Simona Mastropasqua mezzosoprano* Betsabea Clara La Licata soprano* Rut Benedetta Gaggioli soprano*
Attrici della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”
direttore Paolo Marzocchi
Coro Ecce Novum maestro del coro Silvia Biasini LaCorelli Ensemble
*voci femminili dal Master in canto “Musica Vocale e Teatro Musicale del ’900 e contemporaneo” del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna commissione Ravenna Festival prima assoluta
Lungo la genealogia di Gesù, con cui si apre il Vangelo di Matteo, nella linea che lo riconduce a Davide, ci sono quattro donne: Tamar, sposa di Giuda; Rahab, moglie di Salmon, che genera Booz; Rut, sposa di Booz e madre di Obed, padre di Iesse che infine genera re Davide; e Betsabea che con questi genera Salomone. Alle antenate che mai hanno visto il Salvatore si aggiunge poi Maria. Con una produzione del tutto originale e nell’intreccio di canto, recitazione e musica, si evocano queste antiche madri, che non appartengono al popolo di Israele e, tranne Betsabea, arrivano dagli strati più umili della società – assumendo talvolta pure i panni di prostitute. Gli esegeti biblici non hanno dubbi: Cristo è figlio del “popolo eletto”, ma per discendenza matrilineare rappresenta tutta l’umanità, senza distinzione di censo, di appartenenza e di identità.
Omaggio ad Angelo Mariani
direttore Donato Renzetti
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre
A 150 anni dalla morte di Angelo Mariani (Ravenna 11 ottobre 1821- Genova 13 giugno 1873)
Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Solisti dell’Accademia del Teatro alla Scala Donato Renzetti direttore
Giuseppe Verdi da Aroldo Ouverture
da Giovanna D’Arco “O fatidica foresta” soprano Greta Doveri
da Attila Preludio “Mentre gonfiarsi l’anima“ basso Livio Li Huanhong
da La traviata “È strano!… Sempre libera” soprano Zhou Fan
da Don Carlos Preludio, ballabili dall’atto III
Gaetano Donizetti da Lucia di Lammermoor “Tombe degli avi miei” tenore Andrea Tanzillo
Charles Gounod da Faust “Alerte, alerte, ou vous êtes perdus!” soprano Zhou Fan, tenore Andrea Tanzillo, basso Livio Li Huanhong
Richard Wagner da Lohengrin Preludio dall’atto I
da Tannhäuser Ouverture
in collaborazione con Associazione Musicale Angelo Mariani di Ravenna
Verdi e Wagner. Non potevano che essere loro, i due indiscussi giganti del teatro musicale ottocentesco, i poli entro cui muovere il concerto dedicato al centocinquantenario di Angelo Mariani. Se l’uno gli è legato da un rapporto di lunga amicizia e collaborazione – seppure guastato infine da incomprensioni e probabilmente da gelosie “galanti”; l’altro gli deve le prime esecuzioni in terra italiana, segnatamente con Lohengrine con Tannhäuser che il Mariani dirige a Bologna, accentuando così i dissapori col grande bussetano. Che forse al carismatico musicista ravennate rimprovera anche la libertà che si prende con le partiture altrui. Del resto, è a Mariani che si deve il moderno ruolo del direttore d’orchestra, dalla concertazione alla direzione vera e propria: per avere «unità nella esecuzione, nel concetto e nella interpretazione».
Ars Ludi:Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri, Alessio Cavalierepercussioni
Steve Reich: Drumming(Part 1)
Francesco Filidei: I funerali dell’anarchico Serantini (versione per 3 esecutori)
Famodou Don Moyedrums e percussioni, Simon Siegerpianoforte e trombone e Christophe Leloil tromba con la partecipazione di Silvia Bolognesicontrabbasso
Alvin Curran live electronics
Carte da musica (estratti): Luigi Espositopianoforte e Monica Benvenuti voce musica di Luigi Esposito, testi di Roberto Masotti Prima esecuzione assoluta
TAI No-Orchestra Massimo Falascone sax, Roberto Del Pianobasso elettrico e Filippo Monicodrums
con la partecipazione di Silvia Bolognesicontrabbasso,Martin Mayescorno e Gianluca Lo Prestilive visual immagini diRoberto Masotti
Per bussola, nell’esplorare le terre incognite della musica – là dove la musica accadeva o stava per accadere – aveva scelto la macchina fotografica; strumento fra gli strumenti, per mescolarsi ai nomadi del suono lungo un itinerario che era un continuo attraversamento di frontiere. E allora Terre incognite. Concerto per Roberto è un invito al viaggio: il Teatro Alighieri di Ravenna accoglie tanti di quei musicisti che Roberto Masotti, scomparso lo scorso maggio, ha incontrato, conosciuto, ascoltato, fotografato.
Oltre 30 artisti si alterneranno in scena nella città natale di Roberto, straordinario “fotografo della musica” e testimone di una meravigliosa stagione di creatività: sei ore di concerto, dal jazz d’avanguardia, soprattutto europeo ma anche d’oltreoceano, al sound ECM, etichetta discografica alla quale è stato legato da una collaborazione ultradecennale, alle tante altre musiche di oggi, incluse il minimalismo e la sperimentazione elettronica, passando per le contaminazioni fra suoni e l’evocazione dei paesaggi naturali al centro di tante sue fotografie. Né mancheranno testimonianze della sua attività nella videoarte e nella scrittura, anche poetica, quest’ultima poco nota al pubblico.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Micha van Hoecke
Canto per un poeta innamorato. Dedicato a Micha
Miki Matsuse van Hoecke ideazione e regia coreografie di Micha van Hoecke riprese da Miki Matsuse
con la partecipazione di Luciana Savignano e Manuel Paruccini interpreti Rimi Cerloj, Viola Cecchini, Yoko Wakabayashi, Chiara Nicastro, Giorgia Massaro, Francesca De Lorenzi, Martina Cicognani, Marta Capaccioli, Gloria Dorliguzzo, Miki Matsuse.
in collaborazione con Armunia e Comune di Rosignano Marittimo
Canto per un poeta innamorato, segmento del progetto Tre baci per Micha, porta a Ravenna l’omaggio a van Hoecke, artista internazionale e poliglotta della scena, scomparso il 7 agosto scorso. Il coreografo russo-belga infatti – che molto ha amato, ricambiato, l’Italia, tanto da farne un’ulteriore patria e Ravenna una seconda casa – era solito salutare scambiando tre baci sulle guance. Si dice che esprima il desiderio di essere ricordati e così sarà in questo affresco di visioni, creato dall’amore di Miki Matsuse, moglie e compagna d’arte, con il sostegno dei tanti che con lui hanno lavorato e nei luoghi legati alla sua arte. Frammenti da creazioni famose, come La dernière danse o Le Voyage, si mescoleranno ad azioni performative in sintonia con il suo stile eclettico, orlato di malinconica poesia.