ROMAGNA IN FIORE Un Docufilm di Dario Tognocchi e Gerardo Lamattina
sceneggiatura e montaggio Dario Tognocchi e Paola Rovelli musiche originali Antonio Gramentieri (Don Antonio) e Christian Ravaglioli filmakers Riccardo Anzani, Mattia Bubbani, Gerardo Lamattina, Arianna Montanari, Dario Tognocchi droni Gerardo Lamattina
Produzione Ravenna Festival – Consorzio Digitalia
Durata: Totale 45′ ca.
Il docufilm di Dario Tognocchi e Gerardo Lamattina ci invita a rivivere l’emozione di Romagna in fiore, la rassegna di otto eventi che a maggio 2024, nel segno del green, ha visitato alcuni dei territori più duramente colpiti dall’alluvione dell’anno precedente, da Faenza a Riolo Terme, da Brisighella e Modigliana a Tredozio, Galeata, Conselice, Sarsina fino alla località La Torraccia della cooperativa C.A.B. TER.RA. In circa 45 minuti, il docufilm raccoglie testimonianze di alcuni dei 34mila “spettatori in cammino”, staff, volontari e artisti – alla rassegna hanno infatti preso parte Vinicio Capossela e Don Antonio, Neri Marcorè, Nada, Paolo Benvegnù, Elena Bucci e Christian Ravaglioli, Moder e La Corelli, Murubutu e la Moon Jazz Band, Luisa Cottifogli, Enrico Guerzoni, Daniele Silvestri, Casadilego, Manuel Agnelli, Dardust e il Sunset String Quintet. Un racconto collettivo dove la memoria del dramma si intreccia all’amore per questa terra e le sue genti; una riflessione a più voci sulla possibilità di trovare un nuovo equilibrio fra uomo e natura, anche nello spettacolo dal vivo.
Carlo Petrini
Il futuro del cibo tra transizione ecologica ed educazione alimentare
Sala Dantesca |
02 luglio 2024 | ore 18:00
Via Sancti Romualdi 2024 Carlo Petrini Il futuro del cibo tra transizione ecologica ed educazione alimentare
in collaborazione con Associazione Romagna-Camaldoli
«Il cibo non è più nutrimento e cura, ma ammala i nostri corpi per via di abitudini scorrette che privilegiano la quantità rispetto alla qualità. Ammala il nostro spirito, perché provoca gravi ingiustizie sociali. E ammala il pianeta, perché è tra i primi responsabili della crisi climatica, di cui poi paga un prezzo altissimo». Parla con determinazione “Carlin” Petrini, e non da oggi. Lo scrittore, sociologo e gastronomo, che giusto 40 anni fa ha fondato Slow Food, e che ha dato vita alla prima Università di Scienze gastronomiche, mette ancora una volta al centro della sua riflessione lotta il cibo, invocando la necessità di un’educazione alimentare che passi attraverso un vero e proprio insegnamento scolastico: strumento indispensabile verso quell’avvenire più sostenibile che le nuove generazioni già chiedono.
Chicago Symphony Brass Quintet
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna |
Prossimamente in streaming
Chicago Symphony Brass Quintet
Esteban Batallán tromba John Hagstromt romba David Griffin corno Michael Mulcahy trombone Gene Pokornytuba
musiche di Verne Reynolds, Johann Sebastian Bach, James Mattern, Dmitrij Šostakovič, Derek Bourgeois, José Enrique Crespo
È la sezione che all’orchestra garantisce vigore scultoreo, verticalità e solidità. Ma gli ottoni – tromba, trombone, corno e tuba – sanno anche essere una formazione autonoma, quando sono chiamati a esibirsi fuori dal perimetro orchestrale. Poche compagini al mondo vantano una brass section come la Chicago Symphony Orchestra, che di generazione in generazione assicura ai suoi ottoni una continuità di suono smagliante, sempre ai massimi livelli. Da decenni l’ensemble custodisce questa eredità, offrendo una gloriosa dimostrazione di abilità in programmi che includono arrangiamenti sorprendenti, come la Toccata di Bach o addirittura un movimento di quartetto per archi di Šostakóvič, accanto a pezzi brillanti scritti appositamente per questo organico.
Palazzo Mauro De André |
09 giugno 2024 | ore 21:00
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Riccardo Mutidirettore Simone Nicolettaclarinetto
Franz Schubert
Ouverture im italianischen Stile in do maggiore op. 170 D 591
Wolfgang Amadeus Mozart Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore K 622
Alfredo Catalani Contemplazione
Ferruccio Busoni Selezione di brani da Turandot, Suite per orchestra op. 41 BV 248
«Tutto in queste pagine è confessione dolente, sorridente saggezza divenuta suono, illuminata conoscenza del bello, della felicità e transitorietà della vita» (Paumgartner). È nell’ottobre del 1791 che Mozart verga le ultime note del Concerto K 622: certo se di lì a poche settimane non fosse morto, chissà quali strade avrebbe intrapreso la sua fantasia… A interpretare il capolavoro per clarinetto è un talento tutto italiano, Simone Nicoletta, cresciuto nel laboratorio dell’Orchestra Cherubini. Come italiano è il modello che nel 1817 ispira l’Ouverture di Schubert, composta in una Vienna dominata dal genio rossiniano. In quello scambio con l’Europa che nel nostro Paese mai si interrompe: nel flusso poetico d’impronta wagneriana di Catalani (1878) o nelle coraggiose novità percorse da Busoni narrando, nel 1905, la fiaba gozziana.
Basilica di San Giovanni Evangelista |
Dal 7 luglio
Dilexi Storia di Galla Placidia in sette quadri
Sacra rappresentazione per soprano, baritono, coro ed ensemble
testoFrancesca Masi musicaDanilo Comitini
Laura Zecchini soprano Gianandrea Navacchia baritono
Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna Agnese Contadini arpa Raffaele Damenfisarmonica
direttoreAntonio Greco
commissione Ravenna Festival
Nata nel mondo antico e morta nel Medioevo, Galla Placidia viene evocata attraverso sette episodi, sette cuori pensanti, sette città diverse: Milano, dove assiste al rito funebre del padre Teodosio celebrato da Ambrogio; e poi Roma, Barcellona, Ravenna, Costantinopoli, per poi ritornare a Ravenna dove si nutre delle parole di Pietro Crisologo, e infine ancora Roma, dove termina la sua vita pellegrina presso Leone Magno, stretta al corpo del piccolo figlio. È dall’ultima parola di Teodosio padre, Dilexi, che prende inizio la storia. Mentre i sette quadri, separati dal silenzio, nascono dalla voce del coro cui sono affidate le sette ultime parole di Cristo sulla croce. Simbolicamente, nello spazio di San Giovanni Evangelista, edificata proprio da Galla quale voto dopo il naufragio nel ritorno da Costantinopoli.
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna |
29 giugno 2024 | ore 21:30
Philharmonic Five Stile viennesee
Tibor Kováč violino
Lara Kusztrich violino
Elmar Landerer viola
Edison Pashko violoncello
Adela Liculescu pianoforte
musiche di Sergej Prokof’ev, Robert Schumann, John Williams, Fritz Kreisler, Giacomo Puccini, Charles Aznavour,
Tibor Kovácˇ, Gustav Mahler, Dave Tarras, Sylvia Neufeld
Un piccolo ensemble per grandi sfide musicali. Quattro solisti dei leggendari Wiener Philharmoniker, accompagnati al pianoforte, si sono uniti per reinventare il concetto di orchestra con scelte esecutive particolarmente originali. L’ensemble viennese ama invitare il pubblico in viaggi inaspettati ed elettrizzanti attraverso epoche e stili musicali apparentemente lontani tra loro, dai grandi classici al pop, dal cinema al balletto, passando per il grand opéra, la chanson francese e il repertorio klezmer. Non il solito crossover, ma una sfida virtuosistica che chiama in causa collegamenti sorprendenti e prassi altamente sofisticate. Una Mission Possible, come recitava il titolo del loro primo album, uscito nel 2018, quando i “Phil Five” cominciarono la loro avventura in quintetto nella capitale mondiale della grande musica.
Omaggio a Byron nel bicentenario dalla morte (1788-1824)
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna |
27 giugno 2024 | ore 21:30
Omaggio a Byron nel bicentenario dalla morte (1788-1824) Ian Bostridgetenore Julius Drakepianoforte
testi di Lord Byron letti da Lucasta Miller
musiche di Isaac Nathan, Johann Carl Gottfried Loewe, Robert Schumann, Franz Schubert, Ludwig van Beethoven,
Johannes Friedrich Fröhlich, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Fanny Mendelssohn-Bartholdy Hensel, Hugo Wolf
Ian Bostridge e Julius Drake, indiscutibilmente tra i più autorevoli interpreti del repertorio liederistico, sono chiamati a seguire le tracce di quell’eccentrico e avventuroso poeta romantico che fu George Gordon Byron. Allora, ecco le Melodie ebraiche, versi che egli scrisse proprio in vista della collaborazione con il compositore Isaac Nathan, ma alle quali diedero voce e suono anche Schumann e Loewe e Beethoven. Wilhelm Müller, invece, autore dei testi di cicli quali Die schöne Müllerin e DieWinterreise di Franz Schubert, conosceva a fondo l’opera del poeta inglese e, come lui, sosteneva la causa dell’indipendenza della Grecia. A sottolineare poi con più forza le emersioni del fiume carsico byroniano lungo la storia del Lied ottocentesco, la lettura di testi dello stesso Lord Byron affidati alla voce di Lucasta Miller, scrittrice e critica letteraria.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
23 giugno 2024 | ore 21:30
Messa per Sant’Apollinare
La Cappella Marciana direttore Marco Gemmani
Giovanni Legrenzi Messa a San Marco per Sant’Aponal (Sant’Apollinare) Venezia 1670
È nei primi secoli del Cristianesimo che l’area padana viene evangelizzata, ed è per questo che spesso le più importanti città condividono gli stessi santi martiri fondatori. Così, il 23 luglio, nella Basilica di San Marco, si celebra solennemente la memoria di Sant’Apollinare, lo stesso protovescovo che Ravenna ha eletto a patrono e di cui conserva i resti. Nel 1670, maestro di cappella nella basilica veneziana era Giovanni Legrenzi, chiamato con ogni probabilità a comporre anche per quella occasione. Del resto, il nome del compositore bergamasco è uno di quelli cui si riconosce un’importanza capitale nello sviluppo della musica strumentale, tanto da aver posto le basi per le fortune del secolo successivo – anche se non è certo che Antonio Vivaldi sia stato suo allievo, certamente ha ascoltato la sua musica e ne ha fatto propri i tratti fondamentali.
musica di Igor’ Stravinskij libretto di Charles Ferdinand Ramuz
voce, adattamento scenico e regiaMimmo Cuticchio
Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini direttore Giovanni Conti
«Coloro i quali pretendono di non poter godere perfettamente della musica se non chiudendo gli occhi, non la sentono meglio di quanto accadrebbe se li tenessero aperti; anzi, l’assenza di distrazioni visive offre loro la possibilità di abbandonarsi a fantasticherie cullate dai suoni», così scrive Stravinskij. E allora, perché non affidare ai pupi, fratelli di Petruška, che proprio il compositore russo riteneva «l’eterno, l’infelice eroe di tutte le fiere, di tutti i paesi», un nuovo racconto della contesa tra il soldato e il diavolo per il possesso di un violino? L’intelligenza visiva e uditiva dell’ascoltatore allora troverà alimento dalla narrazione nello stile del “cuntu” di Mimmo Cuticchio e dalla gestualità dei suoi pupi, mentre i Solisti della Cherubini, guidati dal giovanissimo Conti, animeranno la partitura.
nel centenario della nascita di Luigi Nono (1924-1990)
Artificerie Almagià |
08 giugno 2024 | ore 21:00
Nel centenario della nascita di Luigi Nono (1924-1990) Il Nuovo e l’Antico
La Stagione Armonica direttoreSergio Balestracci Roberto Fabbricianiflauto basso Alvise Vidolinlive electronics e nastro magnetico
Tomás Luis de Victoria
brani da Officium Hebdomadae Sanctae in Passione Domini
Luigi Nono Das atmende Klarsein per piccolo coro, flauto basso, live electronics e nastro magnetico
È un rapporto straordinariamente fecondo quello che lega la “nuova musica” italiana del secondo dopoguerra con la storia. In particolare, per Luigi Nono la tecnologia consente di rielaborare tecniche di emissione sonora, riverberi e rapporti con lo spazio, in continuità con l’antica tradizione veneziana, quella che ripercorre nell’oramai celebre Das atmende Klarsein qui affidato anche a due suoi fedeli collaboratori, Roberto Fabbriciani e Alvise Vidolin. Una meditazione sulla morte che prende le mosse, con la sapiente cura di Massimo Cacciari, dalle Elegie Duinesi di Rilke e da testi su lamine orfiche ritrovate in tombe di defunti iniziati a culti misterici. Alla morte e al rapporto dell’umano col divino si rivolge anche il contrappunto vocale di cui si nutrono i brani dall’Ufficio della Settimana Santa di Tomás Luis de Victoria, il grande compositore spagnolo attivo nella Roma di Palestrina.