Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
24 maggio 2024 | ore 21:30
Franz Joseph Haydn La Creazione Die Schöpfung
Oratorio per soli, coro e orchestra Hob:XXI:2
direttoreOttavio Dantone
Charlotte Bowden soprano Martin Vanbergtenore Andre Morsch basso
Accademia Bizantina
Philharmonia Chor Wien direttoreWalter Zeh
Quando Haydn, libero dall’obbligo di residenza presso la famiglia Esterházy, seppur non più giovane accetta l’invito dell’impresario Salomon a Londra, “scopre” il successo lì riscosso dagli oratori di Händel. Di ritorno a Vienna, porta con sé un libretto ispirato alla Genesi e a Paradise lost di Milton, che, tradotto in tedesco da Gottfried van Swieten, diviene la base del suo oratorio più celebre. L’idea della creazione del mondo si sviluppa nel processo di elaborazione formale, sin dalla celebre Ouverture, La rappresentazione del caos, ma quando l’arcangelo Raffaele inizia a narrare la Genesi, il coro annuncia la luce e un improvviso accordo di do maggiore libera il processo creativo annunciando la vita. Quale miglior sodalizio – Accademia Bizantina con il Coro viennese – per restituirne la raffinata ricchezza?
Di lì a qualche anno sarebbe diventato uno dei più grandi operisti del Settecento: concorrente di Händel a Londra e maestro dei grandi castrati Farinelli e Caffarelli, come pure di Haydn a Vienna, prima di morire in povertà nella sua Napoli. E proprio per la città partenopea il giovanissimo Porpora compose questo oratorio dedicandolo alla Passione di Gesù Cristo: già vi si riconoscono la padronanza della tecnica contrappuntistica e la sensibilità per il virtuosismo vocale dell’incipiente maturità. La Madonna, Giovanni e la Maddalena assistono al Calvario di Cristo insieme a Divina Giustizia: non basta la fiducia granitica di quest’ultima a lenire le sofferenze della Vergine che a malapena riesce a non abbandonarsi alla disperazione, rivelando quel misto di umanità e teatralità che ci si aspetta da ogni grande compianto.
Una iniziativa di Ravenna Festival per e nei territori alluvionati
Palazzo della Provincia Forlì-Cesena |
12 marzo 2024 | ore 12:00
Presentazione programma 2024
XXXV edizione
Teatro Alighieri |
24 febbraio 2024 | ore 11:00
Gala verdiano
Teatro Giuseppe Verdi, Busseto |
Dal 27 gennaio 2024
direttore Riccardo Muti
con Elisa Balbo Isabel De Paoli Rosa Feola Juliana Grigoryan Vittoria Magnarello Luca Micheletti Riccardo Rados Giovanni Sebastiano Sala
Riccardo Zanellato
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coroCorrado Casati maestro di salaDavide Cavalli
in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Comune di Busseto
si ringrazia Crédit Agricole Italia
Stai per ascoltare un live streaming elaborato con la tecnica audio mlg.
Si tratta di una tecnologia immersiva capace di restituire un’esperienza di ascolto straordinariamente simile a quella sperimentata dal pubblico presente fisicamente in sala. Ti farà sentire quasi come se fossi lì.
mlg è ottimizzata per l’ascolto in cuffia o con auricolari, ma potrai sentire la differenza con qualsiasi tipologia di ascolto.
Programma
I parte
da La forza del destino
Sinfonia
da Simon Boccanegra
“A te l’estremo addio… Il lacerato spirito” Riccardo Zanellato (e coro)
da La forza del destino
“Pace, pace mio Dio” Juliana Grigoryan
da Il trovatore
“Ah, si, ben mio” Giovanni Sebastiano Sala
“Timor di me?… D’amor sull’ali rosee” Rosa Feola
da Macbeth
“Perfidi! All’anglo contro me v’unite!… Pietà, rispetto, onore” Luca Micheletti
da La forza del destino
“Il santo nome di Dio… La Vergine degli angeli” Riccardo Zanellato, Juliana Grigoryan, coro
II parte
da Macbeth
“O figli, o figli miei!… Ah, la paterna mano” Giovanni Sebastiano Sala
da Il trovatore
“Stride la vampa” Isabel De Paoli
da Otello
“Ave Maria” Elisa Balbo
da Don Carlo
“Ella giammai m’amò” Riccardo Zanellato
da I Vespri siciliani
“Arrigo! Ah parli a un core” Rosa Feola
da Otello
“Vanne; la tua meta già vedo… Credo in un Dio crudel” Luca Micheletti
da Macbeth
Finale atto primo “Di destarlo per tempo il re m’impose” Giovanni Sebastiano Sala, Riccardo Zanellato, Luca Micheletti, Elisa Balbo, Riccardo Rados, Vittoria Magnarello, coro
Soirée di musica e danza per Rachmaninov
a cura di Daniele Cipriani
Palazzo Mauro De André |
Dal 7 luglio al 6 agosto 2023
A 150 anni dalla nascita di Sergej Rachmaninov (1873-1943) Soirée di musica e danza per Rachmaninov
a cura di Daniele Cipriani consulenza musicale Gastón Fournier-Facio
Beatrice Rana e Massimo Spada pianoforte Ludovica Rana violoncello
coreografie Uwe Scholz / Simone Repele & Sasha Riva voce recitante Ettore F. Volontieri testi a cura di Gastón Fournier-Facio versione italiana di Simonetta Allder luci Alessandro Caso direttore di scena Luis Ernesto Doñas
Sergej Rachmaninov (1873-1943)
Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2 (da una registrazione dello stesso Sergej Rachmaninov)
Vocalise in mi minore op. 34 n. 14, per violoncello e pianoforte
Ludovica eBeatrice Rana
“Sonata” coreografia Uwe Scholz musica Andante dalla Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 19 eseguito da Ludovica Rana e Beatrice Rana danzano Rachele Buriassi, Esnel Ramos
Preludio in re maggiore op. 23 n. 4
Massimo Spada
“Trio” coreografia Uwe Scholz rimontata da Roser Muñoz Massanas musica Andantino dalla Suite n. 2 in do maggiore per due pianoforti op. 17 eseguito da Beatrice Rana eMassimo Spada danzano Rachele Buriassi, Oleksii Potiomkin, Esnel Ramos
“Alla fine del mondo” coreografia Simone Repele & Sasha Riva musica Danze Sinfoniche op. 45, versione originale per due pianoforti eseguite da Beatrice Rana eMassimo Spada scenografia Michele Della Cioppa costumi Anna Biagiotti disegno luci Alessandro Caso danzano Yumi Aizawa, Luca Curreli, Riccardo Ciarpella, Francesco Curatolo, Chiara Dal Borgo, Giulia Pizzuto, Chiara Ranca, Simone Repele, Sasha Riva, Parvaneh Scharafali prima assoluta
Dopo il cinquantenario di Igor Stravinskij arriva l’omaggio a Sergej Rachmaninov per i 150 anni dalla nascita, e si rinnova il magico filo che lega danza e musica. Tornano al pianoforte Beatrice Rana – che proprio a Ravenna ha iniziato a “duettare” con passi di danza – e Massimo Spada, alternandosi tra Preludied Études-Tableaux o dialogando con i danzatori in scena. Russo di origine, poi stabilitosi in America come Stravinskij, Rachmaninov non ha però dedicato al balletto altrettanta attenzione. Ma è la natura morbida delle sue composizioni, lo scorrere fluviale delle note, la leggerezza farfalla delle sue melodie che ne fanno un autore molto “rubato” dai coreografi. Tra i brani che lo celebrano in questa occasione, Sonata creata da Uwe Scholz sull’Andante della Sonata in sol minore op. 19 e la creazione in prima assoluta dei coreografi Sasha Riva e Simone Repele sulle Danze sinfoniche,op. 45.
Ludwig van Beethoven
Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore n. 2 op. 5
Claude Debussy
Sonata per violoncello e pianoforte in re minore
Frédéric Chopin
Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 65
Il sodalizio fra Mischa Maisky e Martha Argerich ha toccato i 45 anni. Un duo formidabile per interazione tecnica ed espressiva, cementato da un’amicizia di ferro e da un’intesa epidermica, con immediate conseguenze musicali. «Suonare con lui è la cosa più naturale del mondo», ha confessato la pianista argentina, che qui affronta tre Sonate per violoncello e pianoforte distribuite su altrettanti secoli: c’è il Beethoven tardo settecentesco della Sonata n. 2, pionieristico esempio di un genere che non aveva ancora antecedenti né in Haydn né in Mozart; c’è poi uno dei pochi esemplari cameristici di Chopin, raramente uscito dal perimetro del pianoforte; e infine la Sonata di Debussy, un altro pezzo unico, dall’atmosfera notturna, quasi lunare, già novecentesca, con i colori armonici che prevalgono sul disegno.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile dal 1 al 31 luglio
Filarmonica Toscanini Kristjan Järvi direttore Stefano Bollani pianoforte
John Adams Doctor Atomic Symphony
Stefano Bollani & Kristjan Järvi 50/50
per pianoforte e orchestra prima esecuzione assoluta
Stefano Bollani
Concerto azzurro per pianoforte e orchestra
Quando Charles Schulz fece dire a Lucy dei Peanuts «ci ho pensato parecchio e mi sono convinta che fare il cielo azzurro è stata una buona idea», non sapeva di innescare il titolo del Concerto azzurro di Stefano Bollani, omaggio al colore del cielo ma anche al quinto chakra, quello della gola e della comunicazione e quindi dell’espressione creativa. Con l’eclettico pianista torna Kristjan Järvi: fu proprio lui, nel 2017, a commissionare a Bollani questo lavoro felicemente sospeso tra scrittura e improvvisazione, classica e jazz. A un altro tipo di cielo guarda Doctor Atomic, sinfonia presentata in prima nazionale tratta dall’opera con cui John Adams portò nel teatro musicale la sua riflessione sulla nascita dell’atomica: una partitura fatta di continue pulsazioni e onde ritmiche cariche di energia.
The best of English choirs The King’s Singers Songbirds
da Schubert ai Beatles
Patrick Dunachie controtenore
Edward Button controtenore
Julian Gregory tenore
Christopher Bruerton baritono
Nick Ashby baritono
Jonathan Howard basso
Si dice che Christine McVie, cantante dei Fleetwood Mac, nel 1976 abbia creato la canzone Songbird attorno a mezzanotte, in appena mezz’ora, ma che non potendo fissare la melodia e gli accordi che aveva pensato, sia rimasta sveglia tutta la notte, fino a che il giorno dopo non ha potuto registrarla. Alla fugace bellezza del volo e delle sonorità degli uccelli è dedicato il programma dei King’s Singers, coro maschile nato a Cambridge nel 1968 da cantori formati al King’s College. Radicato nella prestigiosa tradizione inglese di canto a cappella, propone infatti un viaggio lungo un repertorio che, dal primo Ottocento fino alla popular music, si ispira al canto degli uccelli. Nessuno strumento ad arricchire la loro tavolozza timbrica, dinamica e armonica: le sonorità e i ritmi di due secoli di musica sono affidati alle sole voci.
Hossein Pishkar, Leonidas Kavakos
dedicato alle donne iraniane e ai morti per la libertà del loro paese
Teatro Alighieri |
dal 18 giugno al 18 luglio 2023
Dedicato alle donne iraniane e ai morti per la libertà del loro paese Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Hossein Pishkar direttore Leonidas Kavakos violino
Witold Lutosławski
Musica funebre per orchestra d’archi (in memoria di Béla Bartók)
Benjamin Britten
Sinfonia da Requiem op. 20
Johannes Brahms
Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77
Luce accecante e tenebre profonde, nel programma che segna il ritorno di Leonidas Kavakos, protagonista del Concerto per violino di Brahms, un capolavoro attraversato da incontenibili esuberanze melodiche e da un radioso sguardo sul mondo. Cui fanno da contrappeso drammatico due brani novecenteschi di rara esecuzione, qui dedicati al dramma delle donne iraniane: la Musica funebre che Witold Lutosławski compose nel 1954 in memoria di Béla Bartók e la Sinfonia da Requiem con cui nel 1940 Benjamin Britten si presentò al concorso del governo giapponese per celebrare i 2600 anni della nascita dell’Impero. Il brano fu scartato perché non rispecchiava le intenzioni della ricorrenza, ma si impose come una rivelazione a New York, dando avvio alla carriera teatrale del massimo compositore inglese del Novecento.